“Ripensare l’innovazione per rispondere ai nuovi e crescenti bisogni di salute”. Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato, MSD Italia

Longevità: come farla diventare un’opportunità per il Sistema Paese?

La popolazione italiana sta diminuendo e soprattutto la piramide demografica si sta spostando verso la popolazione >65.  Ma la buona notizia è che anche la non autosufficienza si sta spostando grazie al progresso scientifico. La popolazione tra i 65 e i 74 anni è stata rinominata dall’ISTAT come tardo-adulti dato che si tratta di soggetti prevalentemente attivi, spesso ancora occupati in attività professionali, familiari per l’assistenza ai nipoti, di volontariato, insomma una risorsa per il welfare. L’importante è che si possa mantenere uno stato di salute soddisfacente anche in presenza di malattie croniche, come ad esempio il diabete, e possano accedere in modo appropriato e tempestivo e nel setting assistenziale più idoneo alle cure innovative che la ricerca scientifica ha messo a disposizione.

La prevenzione nell’età adulta è importante per preservare l’autonomia ed un invecchiamento in salute: questo significa, come ci insegna Italia Longeva, avere una corretta alimentazione, fare attività fisica, effettuare le vaccinazioni raccomandate per prevenire gravi malattie infettive ed effettuare gli screening per identificare precocemente eventuali tumori per i quali esistono oggi terapie innovative.

Quali dovrebbero essere le coordinate da seguire per innovare le politiche a supporto della LTC, conciliandole con le esigenze di sostenibilità del SSN?

E’ noto che l’ospedalizzazione deve essere riservata ai casi più gravi e agli eventi acuti, ma la mancanza di politiche e di programmazione sanitaria per la cronicità ha avuto un impatto sulla popolazione più anziana che non ha potuto godere di assistenza integrata socio-sanitaria sul territorio e a domicilio in modo uniforme sul territorio nazionale. Assistiamo ad un gap tra Nord e Sud del Paese che va colmato rapidamente; è necessario un Piano “Marshall” della sanità per garantire i LEA e i servizi di assistenza in modo uniforme sul territorio nazionale.

Ai caregiver formali ed informali vanno affiancati i cosiddetti case e care manager che gestiscano la complessità del caso coordinando i diversi livelli di assistenza e di cura. Oggi, la tecnologia digitale può essere un ulteriore supporto per il controllo a distanza e la possibilità di mantenere il più possibile a casa le persone con non autosufficienza.

I mutati e i crescenti bisogni sanitari derivanti dal progressivo invecchiamento della popolazione, obbligano un ripensamento del concetto stesso di “innovazione”. Quali sono gli ambiti di ricerca a cui si rivolge l’industria farmaceutica per far fronte alle necessità di pazienti sempre più complessi?

La ricerca deve rispondere ai cosiddetti unmet medical needs e “inventare” terapie che siano in grado di risolverli e di migliorare la qualità della vita delle persone. Pensiamo a come oggi siamo in grado di prevenire gravi malattie cardiache e ischemie cerebrali grazie a farmaci che hanno rappresentato scoperte epocali per controllare il colesterolo o l’ipertensione e che hanno visto MSD in prima linea.

Pensiamo al salto quantico che per molti tumori ha rappresentato l’immunoterapia e che ha fatto la differenza tra la vita e la morte negli ultimi anni e dove MSD continua a dare speranza ai tanti malati di tumori con terapie innovative di grandissima efficacia.

Pensiamo alla soluzione delle malattie neurodegenerative che rappresentano ancora oggi un problema medico non risolto, come l’Alzheimer e per il quale l’azienda che rappresento continua ad investire per trovare una soluzione terapeutica; pensiamo all’antimicrobicoresistenza che rappresenta un problema proprio per gli anziani fragili ospedalizzati o in strutture residenziali e alla necessità di affrontare il problema in modo olistico, rispondendo – anche in questo caso – con la ricerca di nuovi e innovativi antibiotici in grado di debellare i germi resistenti.

MSD, l’azienda che rappresento, è in prima linea e investe oltre 8 miliardi di dollari ogni anno in ricerca e sviluppo, in vere e proprie ‘invenzioni per la vita’, nello sforzo incessante di rispondere alle esigenze dei pazienti in tutto il mondo grazie a farmaci e vaccini che hanno fatto e vogliono continuare a fare la storia del progresso medico, perché le persone possano vivere più a lungo una vita in salute e perché la vita, la vita in buona salute non è mai abbastanza.