“Sostenibilità economico-finanziaria della Long-Term Care. Il punto di vista delle assicurazioni”. Fiammetta Fabri, Amministratore Delegato UNISALUTE S.p.a

L’assistenza alle persone non autosufficienti è difficilmente sostenibile, sia per il pubblico sia per i privati. Quali sono le principali azioni messe in atto dal mondo delle assicurazioni in questo contesto?

Non si ferma la crescita degli indici di vecchiaia e di dipendenza: l’Italia si attesta al primo posto nella graduatoria superando la Germania.

L’aumento della popolazione anziana comporta la rapida crescita dei bisogni di cura nei confronti di un paziente con problematiche legate all’aumento delle patologie croniche e delle condizioni di non autosufficienza con un conseguente aumento di costi sanitari relativi sia per il settore pubblico che privato.

Se si tiene conto infatti che la durata media di uno stato di non autosufficienza va dai 18 mesi per alcune inabilità di tipo fisico ai 12 anni per deficit mentali (Alzheimer) e che il costo del ricovero in una casa di cura si aggira in media sui 2 mila o 3 mila euro mensili è impossibile che sia i singoli privati sia il sistema pubblico italiano si facciano, da soli, carico integrale di una spesa del genere.

Ritengo che, parte della risposta a queste necessità potrebbe venire proprio dal mondo assicurativo, componente della variegata galassia dei protagonisti del secondo welfare.

I contributi che esso può dare sono almeno due. In primo luogo vi è quello, diretto dell’offerta di strumenti di protezione sociale complementari o supplementari, capaci di ridurre le pressioni sul sistema pubblico. In secondo luogo, il settore assicurativo può svolgere una funzione cruciale promuovendo la copertura per la long-term care (LTC), dentro le aziende a livello collettivo.

Attraverso il ruolo di aggregatori delle coperture offerte, le imprese di assicurazione possono redistribuire i rischi nell’ambito della collettività, fare economie di scala e fungere da gruppo d’acquisto, scontando prezzi convenienti su alcune prestazioni assicurate, come le spese mediche, grazie ai benefici del convenzionamento.

La contrattazione collettiva sta svolgendo un ruolo di primaria importanza in questo senso, inserendo ad esempio la tipologia di copertura LTC all’interno dei fondi sanitari nazionali integrativi di categoria. I Fondi hanno cominciato a prevedere una protezione ad hoc per i casi di non autosufficienza, per tutti i lavoratori iscritti, che prevede l’erogazione di prestazioni sanitarie, un Piano assistenziale Individualizzato e una somma mensile garantita. Il vantaggio è quello di poter godere di una somma di denaro, usufruire di tariffe scontate da parte dei fornitori e quindi di avere a disposizione una quantità di servizi maggiore.

E’ chiaro che le coperture sanitarie previste per il mondo del lavoro cessano nel momento in cui il lavoratore termina la sua carriera lavorativa. Diventa essenziale pensare ad un modello di tutela LTC per il “post – lavoro”. 

L’aumento della popolazione anziana non determina solo un aumento dei casi di non autosufficienza ma comporta una crescita del numero di persone affette e da patologie croniche, una della maggiori sfide del prossimo futuro. Come si sta muovendo il settore delle assicurazioni?

La gestione del paziente cronico oggi richiede un approccio che vada al di là del semplice coordinamento delle varie prestazioni specialistiche, ma che si configuri come messa a punto di percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi il più possibile individualizzati, con buon rapporto costo/efficacia, e che prevedano sempre di più l’empowerment del paziente e della sua famiglia e la costituzione di percorsi assistenziali in continuità ospedale-territorio anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Sono convinta che il settore assicurativo possa mettere a disposizione la propria expertise, la connaturata capacità di valutazione e gestione dei rischi, di sostegno alla ricostruzione e di fornitura di servizi concreti per ogni necessità connessa anche alle patologie croniche, grazie soprattutto anche in questo caso a piani sanitari collettivi.

Unisalute, in collaborazione con SiSalute, ha impostato un modello di gestione della cronicità, volto ad offrire all’assistito e alla sua famiglia la massima tutela sanitaria e socio assistenziale anche al domicilio: MONITOR SALUTE. Il servizio garantisce il monitoraggio a domicilio di diabete, ipertensione e BCPO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) attraverso appositi devices che rilevano i parametri e li trasmettono in tempo reale alla Centrale Operativa di UniSalute dove medici e infermieri specializzati li monitorano costantemente.

Il vantaggio per il paziente è quello del miglioramento nella gestione della patologia grazie ad una maggiore aderenza al proprio piano di cura e ad una migliore consapevolezza del proprio stato di salute.

Ad oggi UniSalute sta attivando modelli di integrazione pubblico/privato sui temi della domiciliarità e della cronicità con alcune Regioni interessate a sviluppare questo progetto innovativo, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse.

Tenere sotto controllo i propri parametri clinici e la propria salute stando comodamente a casa. Questo l’obiettivo dell’innovativo progetto al via in questi giorni sul territorio dell’ATS Brianza, un esempio positivo di buona pratica che guarda al presente e al futuro. Che ruolo ha UniSalute in questo progetto?

200 pazienti della provincia di Lecco con ipertensione e scompenso cardiaco verranno coinvolti in un progetto avviato dalla Cooperativa dei Medici di Medicina Generale Cosma in collaborazione con SiSalute, divisione di UniSalute Servizi. I pazienti verranno arruolati all’interno del nuovo percorso di presa in carico della salute, avviato da Regione Lombardia, nel 2018, che vede i Medici di Medicina Generale della provincia di Lecco in prima fila.

Le persone individuate, e alle quali verrà proposta la libera adesione a questo progetto da parte dei propri medici di famiglia, riceveranno gratuitamente al domicilio un KIT di tele-monitoraggio per la rilevazione periodica dei parametri clinici connessi alla patologia.

I pazienti potranno effettuare a casa propria le misurazioni e i dati verranno automaticamente resi visibili al personale della Cooperativa Cosma che, in base ai bisogni e in connessione con il medico curante, si attiverà per dare i consigli più opportuni.

Si tratta della prima vera collaborazione tra sanità pubblica e privata, su cui abbiamo lavorato con gli organi dell’ATS Brianza per avviare un percorso che vede sempre più i due mondi della salute unirsi per una migliore e più adeguata gestione. Sono convinta che questa sia la strada migliore per far decollare modelli innovativi che meglio presidiano i bisogni dei cittadini in ambito salute.