Long-Term Care FIVE – intervista a Gianluca Gigante, Direttore Vree Health

L’emergenza Covid ha messo in luce le criticità del nostro SSN, evidenziando anche i deficit in termini di tecnologie a supporto dell’assistenza ai pazienti con fragilità. Quale è il ruolo della Digital Health e perché rappresenta uno dei pilastri per la corretta presa in carico delle cronicità?

La pandemia di COVID-19 rappresenta una sfida impegnativa anche e soprattutto per il territorio e, sin dalla fase iniziale, si è manifestata l’esigenza di alleggerire il più possibile il carico delle strutture sanitarie di emergenza e ridurre il rischio di contatto di ulteriori persone e personale sanitario, gestendo al meglio sul territorio, dal domicilio ai  luoghi residenziali, i pazienti positivi al COVID e con un quadro clinico tale da limitarne l’accesso alle strutture ambulatoriali ed evitarne un ricovero ospedaliero.

Tutto ciò senza dimenticare di tanti pazienti già affetti da altre malattie, in particolare quelle croniche ed oncologiche, a cui continuare a garantire cure ed assistenza adeguate.

Le soluzioni e i prodotti di Digital Health sono e sono state, ove impiegate, un’arma efficace, che hanno migliorato l’accesso alle cure ed aumentato la capacità del SSN di prendere in carico la salute dei pazienti, ponendo il cittadino al centro dei sistemi sanitari, e contribuendo ad accrescere l’efficienza generale e la sostenibilità del settore sanitario.

Quanto sono diffuse le soluzioni di Digital Health oggi?

Nonostante il potenziale offerto dalla Digital Health, per i suoi vantaggi, sostenibilità e la maturità tecnologica di molte applicazioni, il loro utilizzo – prima della pandemia Covid-19 – era ancora limitato a poche progettualità di reale valore e raramente integrate nei modelli organizzativi e tecnologie del SSN.

L’esigenza di una gestione sul territorio determinata della pandemia e la necessità di continuità nelle cure dei pazienti cronici e oncologici, ha accelerato una prima diffusione degli strumenti di Digital Health, soprattutto di telemedicina, quali televisita e teleconsulto.

Due esempi virtuosi che ci vedono coinvolti come Azienda: il servizio di telemonitoraggio della Regione Lazio Dr. COVID, che si avvale della nostra soluzione di telemonitoraggio DoctorPlus® , per la sorveglianza e controllo del decorso dell’infezione negli individui positivi e che, che in virtù del loro quadro clinico, possono essere curate a casa o presso strutture residenziali;  il servizio di telemonitoraggio e televisita DoctorPlus® Nephro, attivo presso l’Ospedale G.B Grassi di Ostia, per il telemonitoraggio di pazienti in dialisi domiciliare direttamente presso il loro domicilio, che consente  di gestire a distanza, in modo efficace e tempestivo, il percorso di cura del paziente.

Anche alla luce della pandemia, quali sono i prossimi passi per portare a sistema l’utilizzo delle soluzioni di Digital Health?

La pandemia, nella sua tragedia, sembra che qualcosa di positivo lascerà a noi tutti. Maggiore consapevolezza sul bisogno e diritto di Salute e sulle attuali capacità (o incapacità) del SSN di farne fronte e potenziali soluzioni per disegnare un nuovo mondo Salute, un nuovo sistema sanitario nazionale, all’insegna della resilienza, della longevità e della buona qualità di vita.

Anche la Digital Health sta finalmente trovando il suo spazio. Oramai sono molteplici i segnali e gli interventi di apertura alla Sanità Digitale ad opera del Governo, del Ministero della Salute, dell’ISS, delle Regioni e del territorio.

Abbiamo visto quanto già accaduto riguardo l’inserimento della modalità “a distanza” attraverso tecnologie di Digital Health di alcune prestazioni sanitarie.

È un passo epocale da cui partire ma è solo il punto di inizio, guai a considerarlo un punto di arrivo.

Il percorso ancora fondamentale da fare è passare dalla logica della prestazione a quella del percorso, che presuppone il ridisegno dei modelli organizzativi specie della medicina territoriale.

Mancano poi gli standard qualitativi, percorsi e processi di valutazione costo-beneficio, modelli di pricing, procedure di procurement innovativo per l’adozione di queste tecnologie da parte delle strutture sanitarie, percorsi formativi di accrescimento delle competenze digitali in ambito sanitario per il personale coinvolto, ed il reale coinvolgimenti di pazienti e care-giver in un progetto strategico di evoluzione del modello di Salute pubblica.

C’è insomma molto da fare e il mondo industriale e professionale è pronto per supportare questo percorso e confidiamo tutti di poter avviare dei percorsi di partnership strutturati e strategici tra pubblico e privato, per fare squadra e vincere tutti insieme questa sfida epocale.

Insomma, se non ora, quando?