Effetto Covid: inattività e rischi per la salute

La pandemia ha stravolto le nostre vite sul fronte emotivo ma anche pratico, modificando abitudini e stili di vita consolidati. Uno degli effetti più negativi di questa nuova routine fatta di isolamento, paura e restrizioni sociali è senz’altro l’aumento della sedentarietà, che ha colpito in modo particolare gli anziani. Costretti in casa dall’emergenza, lontani dall’affetto dei propri cari, spesso in totale solitudine, in questi mesi gli anziani hanno vissuto un malessere psicologico e fisico, acuito dalla mancanza di movimento e dal rinvio di esami preventivi e visite di controllo.

Secondo l’ultimo rapporto PASSI d’Argento[1] coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2020, il 43% degli ultra 65enni è risultato completamente sedentario, percentuale che raggiunge il 67% negli over-85, con maggiore frequenza nelle persone con difficoltà economiche (64% vs 39% di chi riferisce di non averne).

Numeri che confermano come in tempi di Covid gli anziani si muovano meno del solito, abbiano quindi meno appetito, meno energia e meno muscoli: in una parola sono più deboli.

La sedentarietà, in molti casi associata ad un’alimentazione poco variata e non bilanciata nei macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine), finisce col peggiorare la condizione di fragilità di per sé tipica della terza età, con il rischio di non poter più riprendere la vita autonoma e dinamica di prima. Problema di oggi, ma soprattutto di domani: quando l’emergenza sarà finita, molti anziani corrono il rischio di non avere più le energie, fisiche e mentali, per tornare a fare la vita di prima e ritrovare il gusto della vita: dalle passeggiate al parco con i nipoti, alle escursioni e le gite fuori porta, al liscio e così via.

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